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Il quotidiano La Stampa consiglia Reputation Radar

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Fino a poco tempo fa la gestione della reputazione online era un argomento approfondito perlopiù da siti di nicchia e da magazine che si occupano delle nuove tendenze su Internet; oggi questo tema sta diventando oggetto di numerosi articoli da parte dei media generalisti in seguito al crescente interesse dei lettori.

Chi non ha mai letto una recensione online prima di decidere quale hotel prenotare o in quale ristorante cenare? Chi non ha mai controllato le valutazioni assegnate da altri utenti a un prodotto tecnologico o a un servizio offerto da un’azienda? Come detto in passato, le opinioni degli utenti influenzano le scelte di altri utenti, per effetto della cosiddetta “riprova sociale“.

C’è poi l’aspetto legato all’identità: su Google milioni di ricerche riguardano nomi di aziende o brand noti, ma c’è anche chi cerca informazioni su politici o professionisti e in questo caso anche un solo articolo negativo può infangare la reputazione e rovinare una carriera.

La Stampa parla di Reputation Radar

Un articolo de La Stampa, Google e web, come gestire la reputazione online, prende in esame alcuni casi critici sottolineando l’opportunità di rivolgersi ad agenzie di Web Reputation Management e menzionando Reputation Radar come agenzia di riferimento in Italia.

Quest’attestato di qualità segue i precedenti articoli che hanno parlato dei nostri servizi, da Panorama a Il Fatto Quotidiano fino ad Adnkronos e conferma le nostre capacità nel monitorare, ripulire e migliorare la reputazione online di privati e aziende.

Articolo La Stampa - Web Reputation

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Curare la reputazione online è un costo o un investimento?

L’aspetto economico relativo alla gestione della reputazione è fondamentale, e l’articolo del quotidiano di Torino cita il caso dei banchieri di Wall Street i quali, dopo il crollo della Borsa nel 2008, pagavano anche 10.000 dollari al mese per far ripulire e smacchiare la propria immagine online. Una tale somma lascia intuire come questo servizio negli USA sia ritenuto come un investimento proficuo e non un costo, tutelare e migliorare l’immagine comporta infatti reali benefici a livello di business.

Gli User Generated Content come arma a doppio taglio

Come riporta il giornalista della Stampa, Antonino Caffo, sottovalutare la web reputation è un fatto grave! Nell’era del Web 2.0 professionisti, politici e aziende grandi o piccole che siano hanno la priorità di essere sempre al corrente di quello che si dice di loro sul web, verificando costantemente che l’immagine sia positiva su motori di ricerca, social network e siti user generated content.


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